Non riesci più a leggere le notizie su Google (o non lo hai notato?).
Se non lo hai notato, le ipotesi sono due: non ti interessa informarti (male!) oppure Google ti ha risparmiato.
Perché due giorni fa, esattamente il 14 novembre 2024, Google Inc. ha avviato un test per comprendere il suo impatto sulle testate giornalistiche online. In buona sostanza, sta cercando di capire – anzi, nel dettaglio di misurare – quanto il motore di ricerca sia importante per le testate giornalistiche.
Per questo ha disattivato l’accesso all’un percento (1%) della popolazione europea, o meglio in Belgio, Croazia, Danimarca, Grecia, Polonia, Paesi Bassi, Spagna e Italia. Questo significa che, nel nostro paese, circa 590mila persone non vedono più testate giornalistiche su Google.
E in questi 590mila, ci sono io.
Com’è la SERP senza notizie
La SERP, che per chi non lo sapesse sta per Search Engine Result Page (cioè, banalmente, la pagina con i risultati di Google) al momento nasconde gran parte dei risultati che arrivano da testate giornalistiche.
Non tutti i risultati, però. Come ho scoperto, Google mi ha oscurato soltanto i giornali italiani e europei, piccoli o grandi che siano. Ecco qui due esempi:
→ cercando La Repubblica
→ cercando Corriere della Sera
→ cercando Tp24 (che è una testate locale)
Curiosamente posso comunque leggere le notizie se sono filtrate da un’altra piattaforma, per esempio un altro motore di ricerca (come Virgilio) o un social media (Facebook). I link diretti però sono scomparsi. Posso soltanto leggere giornali britannici o statunitensi e così via, perché extra-europei.
Perché la cosa mi fa arrabbiare
Quando ho scoperto di questa cosa, sono corsa sui social a scrivere che Google è un despota. E lo penso ancora.
Perché se è vero che il motore di ricerca è di sua proprietà (e può farci quello che vuole), è vero anche che la ricerca su Google è per molti una porta di accesso ai siti internet. Anzi forse l’unica porta di accesso, se consideriamo che Google Search è utilizzato dal 90% degli utenti.
E Google, proponendo la sua funzione di ricerca, dice pure che: «Google analizza e organizza tutte le informazioni su Internet per fornire i risultati di ricerca più utili e pertinenti
Tutte, non alcune.
Aprendo Google, io so che troverò tutto quello che cerco. E tutto sommato è sempre stato così. Tranne a partire dal 14 novembre 2024, seppure per una piccola percentuale di utenti.
E questo è grave, perché nessuno di noi è stato avvisato.
Se io l’ho scoperto è perché cerco attivamente notizie ogni giorno (ed è un problema se non le vedo), e perché la SERP è di fatto al centro del mio lavoro. Di sicuro però in molti, tra questi 590mila, non si saranno resi conto di questo oscuramento – nonostante le modifiche riguardino anche Google Discover e Google News.
E questo è grave, di nuovo.
Qual è lo scopo di Google?
Sul suo blog ufficiale, Google spiega che negli ultimi tempi ha dovuto adeguarsi alla Direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale stabilita dall’Unione Europea.
La direttiva cerca di assottigliare il gap tra testate giornalistiche, oggi per lo più in crisi, e gli aggregatori di news come Google, con le notizie altrui invece fanno profitti. Dunque, applicando la direttiva, Google deve cedere parte dei suoi profitti alle testate giornalistiche (cosa che già ha fatto con 13 editori italiani, e non solo).
Adesso, secondo quanto dice Google, sia i legislatori che gli editori hanno «richiesto maggiori dati riguardo l’impatto che le notizie in SERP hanno sull’uso dei prodotti Google».
Impatto che si può misurare sia in termini di click e visualizzazioni, sia in termini economici. Google non guadagna direttamente dalle notizie, ma grazie alla presenza di notizie aumenta il suo prestigio e così guadagna indirettamente dalla pubblicità.
E forse l’impatto dell’assenza di notizie, per i prodotti di Google, sarà minimo. Ma per le testate giornalistiche può essere enorme. E il rischio è che Google faccia leva sulla sua capacità di veicolare traffico online per negoziare a suo favore gli accordi con gli editori.
Può darsi che non succeda. Ma Google è – come dicevo – un despota.
Dove leggere le notizie, ora?
La risposta è semplice: in qualsiasi altro posto.
Puoi leggere su Bing, che il secondo motore di ricerca più utilizzato. Puoi leggerle sui social: forse non le troverai su X perché da lì i giornali fuggono, ma sono ancora su Facebook e Instagram.
Informarsi è importante, comunque se ne dica.
Leggete quindi, e pensate.
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